Lorsica

Non si sa con precisione quando Lorsica divenne tale: lo stemma con l’orso grigio rampante sembrerebbe rimandare ad un epoca in cui questi luoghi ne erano ancora abitati. Ma ci sono altre evidenze che portano ancora più indietro l’epoca in cui il borgo già aveva preso vita.

Vantaggio sia per le attività commerciali sia per quelle dei briganti che qui trovavano un territorio propizio ai loro traffici. La configurazione dell’abitato indica lo sviluppo del paese che, a mezza costa, segue l’andamento sinuoso dell’antica strada che lo attraversava.

Una passeggiata lungo le sue stradine e scalinate permette di comprenderne la storia e la vita di un tempo, spesso fissata nella toponomastica del borgo.

Le vicende storiche del paese furono legate a doppio filo con quelle della Repubblica di Genova, ma anche al suo interno Lorsica ebbe una sua storia fatta di contrasti che arrivarono sino alle faide che per lungo tempo contrapposero le due grande famiglie i cui cognomi ancora oggi prevalgono tra i Lorsicesi: Demartini e Segale.

Ruvidi come il loro territorio, burrascosi come certe tempeste che si scatenano sul Ramaceto che da sempre li protegge, i Lorsicesi hanno resistito abbarbicati alla loro montagna, conservando intatta la bellezza aspra del loro paese, perpetuando la loro tradizione tessile e aprendosi sempre a nuove sfide, come denuncia la straordinaria opera di terrazzamento dei boschi che circondano il paese. L’eroica coltivazione a castagneto di un territorio che aveva in ciò la sua unica ricchezza richiedeva un costante lavoro di manutenzione dei muretti a secco, ma anche dei canali di irrigazione, ed anche questo aspetto merita di essere conosciuto e visitato perchè solo così si può leggere lo straordinario valore di luoghi come questo e come quello di tutti gli altri borghi della vallata.